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Seurat, Georges-Pierre.

Pittore francese. Dopo aver compiuto studi tradizionali presso la scuola municipale parigina di disegno, analizzò per proprio conto numerosi problemi artistici attraverso la lettura costante di opere teoriche, dalle quali trasse stimoli e ispirazioni: in particolare la conoscenza della teoria della mescolanza ottica, desunta dalla Grammatica dell'arte del disegno di Ch. Blanc (1867), lo indusse a uno studio approfondito dell'opera di E. Delacroix, apprezzandone in particolare la concezione della qualità “morale” del colore. Nel 1878 fu ammesso con l'amico E. Aman-Jean a frequentare la Scuola di belle arti, dove ebbe modo di conoscere l'arte di J.-A.-D. Ingres; già nel 1879, tuttavia, la rivelazione della pittura impressionista lo spinse ad abbandonare la scuola e gli studi accademici e ad aprire uno studio d'arte con Aman-Jean e E. Laurent. Compiuto il servizio militare in Bretagna (1879-80), il cui paesaggio e il cui mare esercitarono su di lui un fascino intenso, approfondì ulteriormente il problema della strutturazione scientifica dell'arte attraverso numerose letture; di queste, particolarmente importanti per la sua formazione furono il saggio I fenomeni della visione di D. Sutter e il trattato Armonia e simultaneo contrasto di colori di M.E. Chevreul. Nel frattempo, S. iniziò a mettere in pratica le cognizioni teoriche acquisite dipingendo tavole di dimensioni assai ridotte, dette croquetons, su cui il sapiente impiego dei contrasti di colore dava vita a scene rurali e di lavoro agreste. Al 1883-84 risale la realizzazione della grande tela Bagnanti a Asnières (Londra, National Gallery), che fu esposta al Salon des Artistes Indépendants. In tale opera, preceduta da una serie di studi e di schizzi preliminari, S. mise a punto la tecnica che venne poi definita Pointillisme (Puntinismo o Divisionismo): in pratica, la constatazione ottica che in natura non esistono colori uniti, bensì soltanto una gamma infinita di toni, lo indusse a rendere tale fondamentale principio della luce con la materia pittorica non mescolando i colori sulla tavolozza, ma usandoli divisi, e a giustapporre così singoli punti di colore puro, destinati però a fondersi nell'occhio di chi guarda la superficie dipinta da una certa distanza. In tale ricerca artistica, che di fatto costituì uno sviluppo e un'applicazione più scientifica dell'uso dei colori puri praticato dagli impressionisti, S. fu seguito da un gruppo di altri pittori, fra i quali soprattutto P. Signac e C. Pissarro, che diedero vita a un vero e proprio movimento, il Neoimpressionismo, del quale S. stesso fu il principale esponente. Fra il 1884 e il 1886 elaborò infatti il grande dipinto Una domenica pomeriggio nell'isola della Grande Jatte, più comunemente noto come la Grande Jatte (Chicago, Art Institute), che fu considerato il manifesto del Neoimpressionismo. Quest'opera, che per la sua novità suscitò scandalo e commenti negativi quando fu esposta alla mostra degli impressionisti nel 1886, rappresenta una felice sintesi delle ricerche dell'autore sia sull'uso del colore, sia sull'armonia estetica della composizione: i numerosi personaggi appaiono infatti distribuiti ritmicamente in uno spazio pittorico in cui ogni linea assume un significato pregnante. Agli anni 1886-88 appartiene la realizzazione di due tele, Le modelle (Merion, Barnes Foundation) e La parata del circo (New York, Metropolitan Museum), entrambe presentate nel 1888 al Salon des Artistes Indépendants; la prima affronta il tema del nudo femminile in un interno, mentre la seconda è un notturno, dove predomina la gamma cromatica dal blu al viola e dove la composizione delle figure è ottenuta secondo le regole della sezione aurea. Nelle sue ultime realizzazioni, Chahut (1890; Otterloo, Rijksmuseum Kröller-Müller) e Il circo (1890-901; Parigi, Gare d'Orsay), quest'ultima rimasta incompiuta, S. appresentò con efficacia l'atmosfera festosa e gaia attraverso l'impiego di colori caldi e luminosi e la sapiente disposizione delle figure sulla scena. L'importanza della sua opera va oltre la scoperta tecnica, in quanto investe una nuova impostazione dei problemi del processo artistico; la sua arte, dalla quale presero le mosse anche pittori italiani come G. Segantini e G. Pellizza da Volpedo, fu apprezzata dai simbolisti contemporanei e influì sia su pittori come P. Bonnard, sia sul Futurismo italiano del primo Novecento (Parigi 1859-1891).
Georges Seurat: “Domenica d'estate alla Grande Jatte”